Ciao sono Giorgio Pozzi e in questo articolo ti racconterò come Apple lavora per rendere i servizi Google meno necessari.
Come abbiamo già avuto modo di vedere assieme (qui e qui), l’impegno di Apple per la privacy dei suoi utenti è sempre più importante. Inserire filtri e controlli di sicurezza nel sistema, in Safari e su Mail non è però sufficiente. Infatti se l’utente viene invogliato a usare servizi gratuiti offerti da chi vive profilando i navigatori, si creeranno infinite occasioni per cui la privacy potrebbe essere violata. La lotta di Apple per la privacy dunque passa anche dalla realizzazione di servizi gratuiti alternativi. Per Apple di base è un costo, ma oltre a proteggere la privacy dei clienti può anche diventare una ulteriore occasione di business.
I servizi alternativi a Google
Il primo grande passo in questa direzione è stato il lancio delle mappe di Apple, partito molto male ma che ultimamente sta diventando un’alternativa valida per gli utenti. Google Mappe profila gli utenti e viene usato anche per le indicazioni stradali. Ecco perché Apple ha sviluppato le sue mappe con la funzione di navigazione. Nella stessa ottica sono da inquadrare tutte quelle funzioni del sistema operativo e delle app preinstallate che sono collegate all’uso dell’intelligenza artificiale. Google infatti ci sta investendo molto e le sta aggiungendo ad Android. Apple in questo caso spesso insegue Google per lo stesso motivo. Citiamo ad esempio LiveText che richiama Google LensFlare, o le funzioni intelligenti di Apple Foto e Google Foto. Non dimentichiamoci poi di Siri che, pur arrivata prima, ha finito per essere superata da Google e soprattutto Amazon in attesa di trovare una nuova forma che fosse completamente rispettosa della privacy.
Il software non basta
Per riuscire ad essere competitiva in tutti questi ambiti, rispettando la privacy degli utenti, Apple non ha potuto limitarsi a scrivere del software, ma ha fatto quello che sa fare meglio, ovvero ha lavorato sia sul software che sull’hardware. Ad esempio ha dovuto progettare tutto quanto spostando l’elaborazione direttamente sui dispositivi, per questo sono diventati essenziali i potenti processori di Apple customizzati.
Non c’è parte dell’azienda che non sia coinvolta in questa grande sfida con Google, seconda forse solo allo sforzo per rendere ogni prodotto a impatto zero.
All’alba di una nuova generazione di dispositivi indossabili, della guida autonoma e dell’informatica quantistica, Apple e Google continuano a scontrarsi. Non solo perché commercializzano prodotti paragonabili e alternativi, ma soprattutto per il loro diverso modello di business e i valori che comunicano. Apple lavora per rendere i servizi Google meno necessari perché così facendo mantiene i suoi utenti all’interno dell’ecosistema e loro hanno il vantaggio di vedere protetta la loro privacy.