Ciao sono Giorgio Pozzi e in questo articolo ti parlerò del clamoroso fallimento di Copland che portò Apple a scegliere di comprare NEXT.
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Una crescita in corsa
Il sistema operativo dei Macintosh era nato in fretta e furia nel 1984, cucito su misura sulla macchina di allora. Negli anni seguenti i Mac erano cambiati molto e addirittura si era passati dai Motorola 68000 ai PowerPC, questo aveva sovraccaricato il sistema operativo originale che era quindi diventato sempre più instabile e difficile da aggiornare.
Dopo il fallimento del progetto Taligent, mentre arrivava sul mercato il System 7.5 e Windows 95 era alle porte (e io acquistavo il mio primo Mac) Apple capì che era ormai molto urgente lo sviluppo di un sistema operativo completamente nuovo, che potesse confermare la superiorità del software del Mac sempre più assediata dai competitor.
Perdonatemi la semplificazione, se una applicazione andava in crash, bloccava tutta la macchina, questo non era più accettabile, serviva un sistema nuovo anche solo per questo. Nacque così il progetto Copland.
Il Progetto Copland
Il progetto Copland era molto ambizioso: il nuovo sistema operativo doveva arrivare sul mercato con la versione successiva di Mac OS, la numero 8, e doveva avere tante caratteristiche all’avanguardia tra cui il fatto di essere basato sulla programmazione orientata a oggetti.
La prima cosa ad essere sviluppata fu una nuova elegante interfaccia chiamata Platinum.
Aveva un piacevole effetto tridimensionale, e poteva essere personalizzata con temi opportunamente sviluppati.
Arrivò anche il multitasking “preempitive” sia a livello di interfaccia utente, sia a livello del Kernel, e il supporto al multi utente.
Vennero implementate le finestre a impulso, ovvero l’apertura automatica di una cartella mentre si sta trascinando un file.
Nacquero anche i Tab, ovvero la possibilità di agganciare in fondo allo schermo la barra del titolo di una finestra per ritirarla fuori quando necessario.
Venne sviluppato anche un emulatore dei sistemi 680×0 che permetteva di usare il software scritto per i processori 680×0 anche sui nuovissimi PowerPC.
Venne anche iniziato lo sviluppo di un motore di indicizzazione dei file che permetteva la ricerca in tempo reale.
In Copland furono anche integrati QuickDraw, QuickDraw GX, QuickDraw 32, Java e soprattutto OpenDOC.
Problemi grossi
Copland cresceva troppo lentamente, inoltre un numero importante di software girava (e si bloccava) all’interno della macchina virtuale (bloccandola tutta), rendendo vani gli sforzi fatti sull’architettura del nuovo sistema.
Apple aveva fretta e gli investimenti stavano per finire. Il fallimento di Copland era vicino.
Il fallimento di Copland
Apple cancellò il progetto in seguito alla pubblicazione dei risultati finanziari disastrosi di marzo ’96.
Quel giorno Apple registrò una perdita di addirittura 700 milioni di dollari. Copland non era ancora pronto e Apple non aveva più la forza di continuare internamente lo sviluppo di un intero sistema operativo.
Copland arrivò quindi solo come release riservata agli sviluppatori selezionati (che erano appena 50).
Nel frattempo alcune caratteristiche sviluppate per Copland venivano dirottate in fretta e furia nel System 8. Un Mac OS 8 davvero bello, che ricordo molto bene per la sua eleganza, ma anche perché andava spesso in “bomba“.
Apple non sprecò comunque gli importanti sforzi fatti per Copland, ma li migrò in Rhapsody e in Mac OS X.
Un fallimento provvidenziale?
Il fallimento di Copland forse salvò Apple.
Quando Gil Amelio si rese conto che il progetto Copland era fallito, si decise a cercare sul mercato il sistema operativo moderno di cui aveva bisogno. I principali rivali al tempo furono OpenStep e BeOS, ma la scelta alla fine cadde sulla NEXT di Steve Jobs che con il suo talento e un po’ di fortuna, rivoluzionò Apple e i suoi prodotti portando alla famosa riscossa di Apple che cominciò con gli iMac.
Fonti: Wikipedia, Storia Informatica